giovedì 12 marzo 2009
LA LEGGENDA DI ZLATOROG
OVVERO L'INCANTATO GIARDINO DEL CAMOSCIO E DEI FIORI ROSSI
Narra la vicenda, di matrice preistorica e popolarissima nell'area austro-slovena-friulana,di un bianco camoscio dai corni d'oro(zlati rog)che all'alba dei tempi viveva in un giardino posto sulle alte balze del monte Triglav(la massima vetta della Slovenia con 2864 m. nella val Trenta) protetto dall'incantesimo,che lo rendeva invulnerabile,di tre fate,le ROJENICE,dal cuore tenero e misericordioso ke il popolo sloveno con quello carinziano ricorda con gratitudine,con le quali vegliava un poderoso tesoro ivi nascosto,e amava correre libero anche per prati vicino alle case perchè allora uomini e animali vivevano in pace.
Se venisse colpito,narra il racconto sloveno vissuto nella tradizione orale fino all'800,dal suo sangue sboccerebbero dei fiori rossi che lo risanerebbero,ma significherebbe anche la morte per il feritore. Chi riuscisse poi a impossessarsi dei suoi corni,avrebbe la chiave dei tesori nascosti nel monte Bogatin da un serpente a più teste;tesori che 700 carri non basterebbero a portare via.
L'ingratitudine e l'avidità umana però trasformarono quel paradiso alpino nei pressi dei laghetti Jeserca in un deserto roccioso.Accadde che tra le pendici del monte e la valle si consumò una tragica storia d'amore.SPELA bruna e appassionata pastora di malga KOMNA (altopiano roccioso omonimo)contende a JERICA l'amore di un aitante giovane cacciatore di val Trenta.
I capricci di Jerica spingono però il giovane a sfidare la sorte e a salire il monte per impossessarsi del tesoro e conquistare la ragazza;diede la caccia al camoscio fatato,lo ferì ma non riuscì a catturarlo.
Dal sangue dell'animale sacro fiorirono meravigliosi boccioli rossi,ROZA MOGOTA,"con tutti i poteri"che gli donarono una nuova vita.Abbagliato dallo scintillare della dorata impalcatura,il cacciatore invece precipitò nell'abisso;il suo corpo,con un mazzetto di rose del Triglav,sarà restituito dal fiume alla ragazza ormai pentita.
Il misterioso camoscio bianco nascose il tesoro tra sommità poste altrove,lasciando un desolato paesaggio roccioso,non si fece più vedere deluso dal tradimento degli uomini e fuggendo in una terra lontana senza agguati e cacciatori.
A ricordare l'auricorno ancora oggi sono i fiori rossi della POTENTILLA NITIDA o ROSA DEL TRIGLAV che d'estate macchiano come sangue i monti circostanti;un tipo di birra con l'immagine di Zlatorog,e la maledizione che fuggendo l'animale predisse agli uomini secondo la quale essi non sarebbero più vissuti in pace nè con gli animali nè con i loro simili.
Questo mito simboleggia l'eterna lotta tra il bene e il male;l'Auricorna è messaggero di luce e vita:punendo l'uomo che ha osato violare l'integrità della natura e con essa la legge divina.
C'è nell'alto Isonzo(Soca)una croce di monito ai cacciatori con questi versi:
Sono andato ad ammazzare camosci
Ma Dio ha detto:
la tua morte deve essere,Andre Komac
Pregate Dio per la mia anima credente.
In lingua slovena:
Sim sal gamse smertit
Al Bog je djal:
toja smert more bit
Jest Andre Komac
prosite Boga za mojo verno duso.
Come questa,anche tutte le leggende fiorite attorno al Triglav,il monte a tre teste,parlano sempre di qualcosa difficile da vedere,avere e trovare come la bellezza di questa montagna:non immediata, pronta a svelarsi solo a chi la cerca con infinita pazienza e rispetto.Chi arrampica sulle pendici del monte Tricorno con questi atteggiamenti potrà sperare di venir premiato con ogni genere di sorpresa.Forse anche quella di intravvedere l'Auricorno,di trovare il tesoro nascosto o scoprire un fiore ancora sconosciuto.
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